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A Norcia alla scoperta del monachesimo

Nella fredda mattina del 25 ottobre, le piccole classi della prima e seconda media Chesterton sono andate in gita a Norcia.

Verso le dieci siamo arrivati nei pressi dei paesini quasi completamente distrutti dal terremoto che ha colpito Norcia due anni fa.

Appena arrivati abbiamo partecipato alla Messa in latino nella chiesetta accogliente e da poco costruita in legno.

Mi sono subito stupita di alcuni abitanti che hanno seguito il rito in modo attento ed evitando ogni distrazione, questo perché quando vado a messa vengo distratta da qualcosa o qualcuno, mi colpisce anche il modo di fare la Comunione: in ginocchio! È questo il modo giusto di accogliere Cristo nel nostro cuore, visto che Lui ci ha salvato dai nostri peccati!

Alla fine della celebrazione, ci ha accolto un monaco alto, magro, dalla lunga barba e con gli occhiali: era il priore padre Benedetto. Ci ha raccontato la vita di San Benedetto e anche delle cose belle e interessanti su di loro che non sapevamo: il fatto che loro portano la barba lunga e i capelli rasati come segno, per dire che sono staccati dal mondo esterno e far capire alla gente che appartengono al monastero; il fatto che loro studiano molto, per aprirsi la mente, per conoscere l’uomo e per avere una visione e conoscenza dell’animo; che preghino per portare in cielo le sofferenze degli altri.

Insomma, siamo riusciti a chiarirci quelle perplessità che avevamo su questo modo diverso di vivere, che si basa solo su Cristo e sulla sua Parola.

Dopo questa introduzione al monachesimo, fra Agostino, il monaco dalla lunga barba rossa come il fuoco, ci ha portato a visitare il birrificio dove lui assieme ad altri monaci produce birra.

È stato molto divertente, soprattutto quando ci ha fatto provare il malto, che si usa per produrre questa bevanda. Nel passato il malto poteva essere dato da bere anche ai bambini perché non conteneva i batteri come l’acqua che delle volte non era potabile.

Fra Agostino ci ha voluto salutare nella piazza di Norcia, dove abbiamo visto la facciata della basilica che è, purtroppo, l’unico pezzo rimasto in piedi dopo il sisma.

Infine, siamo andati alle piane di Castelluccio per mangiare tutti insieme un panino e per scattare delle foto stupende, con un panorama costituito dalle tante belle sfumature dei colori autunnali e dalla neve sulle colline più alte.

Questa gita è stata per me significativa perché mi ha fatto capire che quel mondo, che ormai sembra sparito, non si trova solo nei libri di storia e religione, ma anche su un’altura di Norcia.

Benedetta Falcioni (II media)

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