La visione di un film offre l’occasione, ai nostri studenti dell’alberghiero, di riflettere sul senso di ciò che accade tra fornelli e manicaretti!
Nei giorni precedenti il reinizio della scuola mi sono imbattuta in un film dal titolo “La cuoca del Presidente”. La prima cosa che ha colpito la mia attenzione è il titolo, in quanto insegnante di cucina della scuola Chesterton. Ho iniziato a vedere il film incuriosita dal fatto che è tratto da una storia vera; man mano che le scene si susseguivano ho subito intuito che questo film, nella sua semplicità, metteva in risalto tanti aspetti che cerco di trasmettere ai miei ragazzi:
DISTRIBUTISMO: la protagonista potrebbe attingere alla dispensa ben fornita dell’Eliseo ma preferisce procurarsi gli alimenti da piccoli produttori suoi amici, anche se questo porta più lavoro per lei.
ANDARE CONTRO CORRENTE: rompe gli schemi fissi delle brigate dell’alta cucina, per amore del suo lavoro e di coloro per cui cucina.
UMILTÀ: quando non conosce una ricetta chiede ad altre persone, anche al suo sous chef molto più giovane di lei. Non si fa chiamare Chef. Cucina con lo stesso amore sia per il presidente francese che per uno scalcinato gruppo di ricercatori.
ENTUSIASMO DEGLI ADULTI: il suo entusiasmo contagia anche il giovane sous chef pasticcere che è invogliato ad imparare cose nuove.
CUCINA PER RENDERE FELICI GLI ALTRI: asseconda i desideri del presidente che le chiede di cucinare in modo semplice, come sua nonna.
ATTACCAMENTO ALLE RADICI: preferisce fare il dolce come le ha insegnato la nonna e non come scritto sui manuali.
NO AL SETTORIALISMO: instrada il suo aiutante pasticciere a fare altre preparazioni. Non solo dolci.
Per tutti questi motivi abbiamo deciso di far vedere questo film ai ragazzi del professionale, per mostrare quali sono gli “ingredienti” fondamentali di un modo giusto e vero di affrontare il lavoro.
Laura Capecci, insegnante di cucina della scuola Chesterton
Questo film mi è piaciuto molto e mi è stato utile per capire cosa potrei fare in futuro. La cuoca protagonista mi ha colpito tanto perché cucinava con una divisa molto umile, anche il suo modo di cucinare era molto semplice e attaccato alla TRADIZIONE. SI VEDEVA PROPRIO CHE CUCINA PER FAR FELICE GLI ALTRI, cosa che piace fare anche a me, anche se tante volte me ne dimentico e punto a dare il massimo e superarmi. Vorrei proprio rimettermi in gioco per cucinare facendo lieti gli altri. Potrei essere più umile in questo modo piuttosto di stare a sentire i pareri degli altri e non puntare sempre soltanto a fare bella figura. La parte del film che mi è piaciuta più di tutte è stata quella sul DISTRIBUTISMO, una realtà che a me piacerebbe molto mettere in pratica se un domani dovessi avere un ristorante! Ma già da oggi potrei essere distributista, cercando di comprare prodotti di nostri amici aiutandoli, anche se questo potrebbe scomodarci un pochino, ma ci renderebbe la vita più felice e grata!
Antonio Fratta, quarto superiore
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