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La Scuola Chesterton al tempo del coronavirus

Come tutte le scuole d’Italia, anche la nostra ha dovuto chiudere per rispettare l’ordinanza emanata settimane fa dal governo. Appena appresa la notizia, diversi sono stati i pensieri e i sentimenti che ognuno di noi ha avuto; sgomento, preoccupazione, dolore: “Come faranno i nostri ragazzi a casa? E le lezioni? I programmi? Come li prepariamo per gli esami a fine anno?”. Dopo un momento di smarrimento iniziale, ci siamo organizzati per far avere ai nostri studenti tutto l’occorrente per poter lavorare al meglio durante il periodo di quarantena. Ad ogni classe è stato assegnato un “professore-referente”, con il compito di raccogliere tutto il vario materiale da far pervenire ai nostri alunni; non è stato semplice mettere insieme ordinatamente fotocopie ed esercizi delle varie materie, che i colleghi inviavano via e-mail o tramite Whatsapp, ma per i primi tempi ci siamo “arrangiati”. Con il prolungarsi della chiusura delle scuola, abbiamo capito che questo, però, non poteva essere un metodo adeguato per il lungo periodo di sospensione che si prospettava. La svolta è arrivata grazie a tre dei nostri docenti, i più qualificati in campo informatico, che hanno passato ore ed ore alla ricerca di uno strumento idoneo ed accessibile a tutti. Dopo giorni di lavoro hanno trovato una piattaforma nella quale è stato possibile dividere i vari corsi (medie, liceo, professionali), le classi e le materie in modo da poter caricare materiale, video e compiti in modo omogeneo ed ordinato. Grazie ad un’altra applicazione siamo riusciti persino a fare un collegio docenti in diretta (che stachanovisti!). È stato bello rivedersi, salutarsi in video dalle proprie case, condividere idee e trovare nuove modalità per questo modo alternativo di fare scuola; perché tutto parte da un rapporto, da un’amicizia che ci fa camminare nella stessa direzione. Ora tutti i nostri alunni accedono quotidianamente alla piattaforma, lavorano a casa, caricano e ci inviano i compiti da correggere e approfittano della chat per comunicare con noi. Ma aver trovato una soluzione temporanea per continuare a lavorare sui programmi non è sufficiente, per nulla. Il pensiero principale per noi sono i nostri ragazzi, i loro cuori, le loro anime. Per questo la cosa più importante è chiamarli, farci raccontare le loro giornate, le ansie, gli screzi con i fratelli, le cose fatte con i genitori; ci piace ascoltarli, scherzare con loro, consigliare film o libri sani e divertenti da leggere (io sto sponsorizzando G.K. Chesterton e Guareschi), chiedere una preghiera in più per questo periodo quaresimale. Una delle cose che mi ha commosso durante queste chiacchierate telefoniche è che molte alunne mi hanno detto di sentire la forte mancanza dei rapporti con i compagni e i professori (“prof, non mi manca la scuola nel senso di lezioni e interrogazioni” – eh immaginavo! – “mi mancano gli amici e mi mancate voi”), della vita insieme a scuola, dei momenti condivisi. Mi ha riempito di gioia sapere che tra loro si sentono spessissimo, quasi quotidianamente attraverso videochiamate, che si fanno compagnia in questo momento particolare. È bello che abbiano la consapevolezza di quanto sia preziosa la loro amicizia e facciano di tutto per tenersela viva e stretta. Viva la Chesterton che si muove e muove, sempre, sopratutto al tempo del coronavirus!

Alexandra Latorre, insegnante di storia.

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