Lo scorso 23 gennaio la professoressa Elisabetta ha tenuto una lezione diversa rispetto al solito.
Ha mostrato a me e alla mia classe un power point sulla vita di Sant’Agostino di Ippona. I testi sono stati ricavati da un’opera del santo stesso, intitolata “Le Confessioni”, in cui egli racconta la sua vita, a cominciare dalla primissima infanzia, e la sua conversione al Cristianesimo.
Sono rimasto davvero colpito perché quest’uomo, vissuto circa 1500 anni fa, ci rappresenta tutti. Fin dall’adolescenza Agostino andava alla ricerca di qualcosa che gli riempisse il vuoto che aveva nel cuore. Nella sua disordinata e disperata ricerca ha tentato di colmare il suo cuore con tutte le passioni, i vizi, le ricchezze, le ambizioni e le peggiori esperienze che si possano fare. Poi ha pensato, per lunghi anni, di poter trovare risposte nella sapienza umana. Ma ha capito che la ragione non basta a rendere felice il cuore di un uomo. Si va incontro, spesso, a delusioni, oppure si cade nella superbia.
Tutte le esperienze di Agostino non sono bastate a saziare la sua fame, che è anche la nostra, di ciò che è vero e infinito. Non è in quelle cose che un uomo può trovare la felicità, quindi non è lì che dobbiamo mettere il nostro cuore.
La svolta nella sua vita è avvenuta attraverso un volto: un suo amico gli ha fatto incontrare Gesù Cristo! Quest’uomo lo ha accolto con affetto e semplicità, gli ha donato la sua attenzione e un po’ del suo tempo. Era sant’Ambrogio, vescovo di Milano. Egli era un uomo profondamente innamorato di Cristo, diffondeva intorno a sé la sua grande fede e donava il suo amore a tutti. Era un uomo veramente sapiente, perché la vera sapienza viene da Dio, non dagli uomini.
Agostino ha capito, finalmente, che è solo Dio ciò di cui noi abbiamo bisogno! Senza di Lui siamo irrequieti e insoddisfatti. Voglio quindi ringraziare la prof perché ha ricordato, a me, giovane, testardo e irrequieto, dove si trova la gioia di un uomo e come trovarla.
Ciao a tutti!
Giovanni Pellei, IV Liceo delle Scienze Umane
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