La giornata di domenica 21 ottobre è stata dedicata alla festa di Inizio Anno dell’Opera Chesterton; non ho potuto prendere parte integralmente all’evento così come pensato dagli organizzatori in tutte le sue fasi ed approfondimenti, ma mi è bastato leggere nel programma ” inizio della giornata: ritrovo/Santa Messa”, per capire tutto il senso dell’iniziativa: un grande grazie al Signore per questa scuola, per come sta crescendo, anche per le difficoltà, i dubbi, sicuramente ci sono, vale per tutti, genitori, educatori, insegnanti, sostenitori ecc … Ma pure per le tante conferme e soddisfazioni, consolati dal pensiero che tutto parte dall’idea di voler mettere al primo posto nostro signore Gesù Cristo, confidando nella sua provvidenza (che da soli non possiamo fare nulla), animati da un sincero spirito di fraternità, per un sano confronto, con grande apertura ai suggerimenti e critiche, per crescere e migliorare, ma soprattutto promuovendo e ricercando l’ispirata intuizione di chiunque, a vantaggio della scuola e delle varie iniziative, sia che essa venga da un ragazzino o da una mamma piuttosto che da un professore o da un seminarista venuto da molto lontano .. bello! Mi piace! Mi parla prima ancora che di scuola, di chiesa, di membra vive di un corpo “… che insieme… ” come diceva la prof “… il viaggio è più bello”!
Ho potuto assistere quel giorno alla presentazione del programma dell’anno scolastico e l’ho trovato molto interessante; mi ha colpito la “leggerezza” degli strumenti (power point, vignette, scene di film ecc..) adottati per introdurre i ragazzi ad una profonda riflessione esistenziale: chi sono? Dove sto andando? (o qualcosa del genere, non me ne voglia chi ha spiegato il programma se posso aver mal inteso o mal riportato le idee e pensieri di costoro, ma è quel che m’è rimasto dell’incontro) con l’obiettivo principale di scuotere i giovani, spesso così apatici, annoiati, con le gambe e le braccia abbandonate sui banchi, con quella smorfia di rassegnato disinteresse, accettazione passiva di tutto quanto accade intorno a loro, che è terribile! Ecco, allora, che con queste tematiche si vuol cercare di accendere in loro l’eccitazione per la conoscenza, delle materie si, del sapere certo, ma soprattutto per la propria realtà personale, per stimolare la ricerca in sé stessi del proprio ruolo nella società, il desiderio di trovare le proprie attitudini, la curiosità di scoprire le proprie capacità o predisposizioni e, perchè no, i propri sogni, il proprio carisma.. Bello! Mi piace!
“La mia piccola vita di studente… che cosa ho da raccontare io? Niente di eccitante, giorni tutti uguali.. ” Chissà, molti giovani penseranno questo, quasi che l’avventura, la bellezza della vita sia per pochi fortunati .. quelli che hanno disponibilità economiche, che possono fare quel che gli pare.
In realtà l’avventura è per tutti, per tutti quelli che si mettono in viaggio, certo!! Anche con idee un po’ confuse, per trovare via via camminando tracce, risposte che chiariscono, che delineano il destino di ciascuno.
Mi domando quanti figli di questo tempo hanno un sì prezioso sostegno a vantaggio della loro formazione umana prima ancora che scolastico-culturale? E quanti genitori hanno l’opportunità di riflettere anch’essi su questi argomenti?
Bello il lavoro degli insegnanti, la loro dedizione anche commossa nel raggiungere gli obiettivi: formare gli studenti, preparali ed, al contempo, spronarli concretamente a ricercare nella realtà che li circonda riscontro, a guardare con i propri occhi e non con occhi altrui, con distacco magari, con senso critico, perchè no! Per non conformarsi, per sentirsi vivi. Una coscienza viva serra i pugni se occorre, si espone se crede in quel che dice, rischia, magari fa pure figuracce, cerca intorno a se con cuore sincero la VERITA’ e spesso la trova andando proprio contro corrente! anzi, direi meglio, non guardando alle cose del mondo, che prima o poi passeranno, ma a quelle del cielo che, invece, sono per sempre.
SENSO DEL VIAGGIO
Andare,
anche dove non si vorrebbe
verso luoghi da cui la ragione riluttante fugge,
in punta di piedi, senza costrizioni
solo portati da una forza innaturale leggera
audace mistero che fin là ci sospinge;
andare,
perchè terrificante sarebbe restare, sostare,
arrugginendo il cuore
e gli ingranaggi che verso l’ignoto il moto costringono;
andare,
con bramosia crescente di conquista e
per niente intimoriti dagli insuccessi, dalle cadute.
Importante sarà conservare la propria veracità
imperturbata e sfrontata
perchè orgogliosa, altera in volto, stretta nei pugni
frutto di una storia che diviene nelI’andare sempre più antica.
Imbattuti resteranno i nostri memoriali fino a quando vorremo festeggiarli
o fino quando indugiando non li lasceremo ingrigire
immobilizzando noi stessi
nature morte, o statue di sale
meglio carne e ossa, anche sfregiati e feriti
ma alla continua ricerca del Vero che vivifichi e santifichi in noi.
Eva Capriotti, mamma di Giulia alunna del I liceo delle Scienze Umane
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