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Unamuno e Dio

Quest’anno con il V liceo studieremo vari autori moderni e contemporanei, dei quali la critica parla moltissimo. Tra questi troviamo Miguel de Unamuno, uno degli scrittori più importanti del periodo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Di lui ne hanno parlato tantissimo i critici e gli studiosi, pochi però hanno analizzato le sue opere da un punto di vista cristiano. E questo è stato il lavoro che abbiamo provato a fare con gli studenti del V liceo. Partendo dalla lettura di alcune parte del poema “El Cristo de Velázquez” e di alcuni brani del libro “Vida de Don Quijote y Sancho” abbiamo potuto verificare che l’autore voleva avvicinarci di più a Cristo e a Dio, poiché credeva che senza una fede in Dio fosse molto difficile vivere e avere speranza per il domani. Agli studenti ho chiesto che – dopo il lavoro svolto – insieme scrivessero un tema sull’argomento.

Helena Trentin, insegnante di spagnolo

“Sono arrivato all’ateismo intellettuale, ho persino immaginato un mondo senza Dio, ma adesso mi rendo conto di aver conservato una fede nascosta nella Vergine Maria.” (Diario Intimo, Miguel de Unamuno).

Miguel de Unamuno è uno scrittore della generazione del ’98, vissuto tra la monarchia di Alfonso XIII e la formazione della prima dittatura, in un momento nel quale la Spagna sta perdendo le sue colonie. La popolazione, e così anche gli scrittori, pongono nuovamente al centro la cultura spagnola e si prefissano come obiettivo quello di rinnovare, anche spiritualmente, il paese. I temi principalmente trattati dagli autori sono quindi la Spagna e le preoccupazioni esistenziali e religiose. Unamuno è spesso considerato legato al mondo socialista e a idee anticlericali, ma in realtà si rivela essere uno scrittore contraddittorio e confuso. All’interno delle opere si nota la sua scissione interiore e la sua vicinanza a Cristo, che aumenta in maniera progressiva. I suoi studi iniziali sono influenzati da filosofi esistenzialisti come Kierkegaard e Schopenhauer che in un primo momento lo allontanano da Dio, ma, come affermerà successivamente lui stesso nel “Diario intimo”, non riesce mai a eliminare del tutto la fede. Infatti, tutte le sue opere sono indagini sopra l’essere, l’identità e la differenza; il suo intento è quello di esplorare i grandi problemi dell’esistenza umana. Il sonetto “Oración del ateo” ha già un paradosso evidente nel titolo, nel quale un non credente prega Dio in un dialogo disperato. Secondo lo scrittore le conseguenze dell’assenza di Dio nella vita di un individuo sono la disperazione, la morte della speranza e la morte della felicità. La massima realizzazione del suo pensiero si vede nell’opera “La vida de Don Quijote y Sancho Panza”: è un trattato filosofico che analizza in maniera approfondita le figure di Cervantes. Qui l’autore paragona Don Quijote a Dio e a vari santi; il personaggio rappresenta l’anima spagnola e l’eroe che rifiuta la logica per seguire la fede. L’avventura è il risultato dell’anelito umano all’insaziabile sete d’eternità e infinito.

Gli alunni del V Liceo

Cristo crocefisso, di Diego Velázquez,

che ha ispirato a Unamuno il poema “El Cristo de Velazquez”

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